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N. 5 maggio 2009
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L’autore![]() Maurice
Zundel, presbitero «La
maggior parte dei cristiani ignora che il culto mariano è rigorosamente
cristocentrico. Il centro del culto mariano è Cristo» «Credo in Dio perché credo nell’essere umano». Ecco, in estrema sintesi, il pensiero teologico e filosofico e il vissuto personale di Maurice Zundel (1897-1975). Autore prolifico e conferenziere apprezzato, ancora poco conosciuto nel nostro Paese, Zundel è uno dei più importanti scrittori di spiritualità cristiana del XX secolo e merita una giusta considerazione tra i giganti della mistica cattolica di tutti i tempi. Quello che Paolo VI aveva intuito in lui, con uno sguardo profetico di grande lucidità, è ancora oggi vero: «È un genio, genio di poeta, genio di mistico, scrittore e teologo, il tutto fuso insieme con una miriade di folgorazioni». L’itinerario esistenziale di Zundel, la sua formazione umanistica e teologica, l’ampiezza dei suoi interessi umani e universali, costituiscono un unicum per intensità, contenuti e risultati nel panorama spirituale cristiano.
L’8 dicembre 1911, festa dell’Immacolata Concezione, nella chiesa di Neuchâtel (Svizzera), raccolto in preghiera davanti alla statua di Nostra Signora di Lourdes, percepisce la presenza di Maria. «Ho ricevuto da parte della Santa Vergine una specie di appello urgente, istantaneo, sconvolgente e irresistibile, che ha cambiato tutta la mia vita. Non si trattava di una visione, non c’era nulla di visibile, ma soltanto una realtà interiore che annullava ogni resistenza. Da quel momento la mia vita l’ho messa nelle mani della Santa Vergine [...]. Ho conservato nei confronti dell’Immacolata Concezione una specie di tenerezza, con la certezza assoluta che la mia vita fosse cominciata con questo mistero». Ancora l’8 maggio 1969, al Carmelo di Matarieh, in occasione dei suoi cinquant’anni di sacerdozio, confesserà: «Non ho fatto niente senza di lei [Maria] – niente che valga – e se sono rimasto fedele è grazie a lei. Se amo suo Figlio, è grazie a lei [...]. La Santa Vergine è tutto per me, è la mia vita, la mia dolcezza, la mia speranza».
È consapevole che solo il Vangelo della carità sia la chiave di lettura di ogni religiosità autentica. Rimane piuttosto scettico anche sulle rivelazioni private. «Le rivelazioni particolari abbondano: c’è Beauraing, c’è Fatima, c’é La Salette, c’è Lourdes. E non dico che non ci sia stato in ciascuno di questi luoghi un intervento autentico della misericordia e dell’amore. Ma dico: attenzione! Nessuna di queste rivelazioni lega la nostra fede, nessuna. Non siamo legati che al Vangelo, alla tradizione degli Apostoli, e tutte le rivelazioni particolari vi sono subordinate [...]. Tutti i dogmi, tutta la Sacra Scrittura, tutti i sacramenti, le apparizioni, i pellegrinaggi, le liturgie, ci conducono a questo punto – o sono fuori dalla verità – all’incontro con Gesù che ha il viso dell’uomo» (da: C. Dalla Costa, Maurice Zundel. Un mistico contemporaneo, Effatà 2008, pp. 158, € 9,00). c.d.c. |
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